RIPENSARE L’ITALIA E L’OCCIDENTE

Pubblichiamo l’allegato inviato dal prof. Giuseppe R. Brera, Rettore dell’Università Ambrosiana, al Presidente della Repubblica lo 01/02/2021 con la proposta di un governo ” ri-costituente” per l’ introduzione di un nuovo  primo articolo dei principi fondamentali della Costituzione.  

 

Ripensare l’Italia e l’Occidente

Giuseppe R.Brera

                                    Il cambiamento del concetto di salute, sulla base del progresso della scienza, oggi definito come “ La scelta delle migliori possibilità per essere la migliore persona umana”, che ho presentato , su invito, insieme alla teoria e alla didattica della Medicina centrata sulla persona, il 4 Maggio 2011,presso l’Organizzazione Mondiale della Sanità, è anche un modello antropologico sulla base della verità scientifica per centrare sulla libertà e sulla persona lo sviluppo della cultura e della civiltà.  L’OMS  non ha saputo  renderlo operativo a danno del mondo, e questo  tutt’oggi è stato determinante per l’errore d’impostazione della politica preventiva del COVID-19, a danno dei popoli, e anche, purtroppo, nel nostro paese, per l’ignoranza e la cecità della dirigenza sanitaria italiana. Il nuovo concetto di salute impone un adeguamento della nostra Costituzione , che  sebbene in diversi articoli lo sottenda, non lo presuppone nei principi fondamentali, che partono con la fondazione della Repubblica sul lavoro, strumento di realizzazione della persona, non significato e fine  dell’identità culturale dell’Italia e dell’Occidente , su cui si sono costituiti nei secoli i diritti fondamentali di ogni uomo e donna e il progresso scientifico ed economico.

La questione dell’identità culturale dell’Occidente, dell’Europa e dell’Italia è centrale per lo sviluppo perché ha come conseguenza l’interpretazione di ogni fenomeno e di ogni esistenza, cioè il rapporto dell’uomo con il suo essere persona, da cui nascono le possibilità interpretative del suo mondo simbolico, per la conoscenza di sé e della natura , per la sua sopravvivenza che per esistere deve essere  orientata  alla verità, all’amore e alla bellezza. Di qui anche la qualità delle relazioni umane e di ogni atto di conoscenza e di creazione. Purtroppo “l’essere persona”, frutto della mirabile sintesi tra il logos della filosofia greca e della rivelazione di Cristo, espresso dalle bellissime parole del salmo, “ Amore e verità si sono incontrate”, è stato  messo in secondo piano anche dalla Madrina della cultura occidentale, la Chiesa, oggi orientata più a un pragmatismo sociale, con la perdita dell’essenza antropologica della Fede cristiana, il rapporto dell’uomo con se stesso, prima che con il “prossimo”.  Il comportamento ,infatti, come ha scritto S. Giovanni Paolo II°, in “Fides et Ratio”, nasce dall’uomo che prima di tutto si rivolge a illuminare il suo essere con le ali  della ragione, illuminata dalla luce della fede, come S. Agostino, padre della cultura occidentale, ha insegnato.

L’Italia, che attraverso il genio dei suoi uomini e della sua sofferta e straordinaria civiltà ha dato al mondo l’era moderna, già solo con le scoperte scientifiche e tecnologiche, non può avere un ruolo marginale, né può essere complice di una cultura che  produce il suicidio dei bambini di fronte a uno smartphone o ministri della sanità, d’ignoranza infinita, senza un briciolo di dignità morale, capaci solo di dare indicazioni per produrre aborti in day-hospital e incapaci di una politica preventiva di un’epidemia, pur condividendo la responsabilità con una dirigenza sanitaria, il cui basso profilo epistemologico, etico, scientifico, preventivo e clinico è responsabile di un’ecatombe. Non hanno ,infatti, applicato conoscenze già note fin dal 2003 e sviluppate da  17 anni.

Aristotele, ha insegnato, come conferma la scienza, che il tutto è superiore alla parte,-concetto ripreso sempre da Papa Francesco- e il tutto, nella cultura e nella persona, si fonda su una parola “ identità”, fondante il senso e i confini dell’individualità come insegna la clinica psicodinamica nello  studio delle famiglie con un membro schizofrenico. Che cosa dunque dà a una cultura , a un uomo , a una politica il senso dell’identità ?

L’Italia e l’Occidente stanno perdendo la loro identità culturale, la loro bussola costituita sulla filosofia greca e dalla cultura cristiana. I loro principi morali  da Platone : “ Prudenza, giustizia, fortezza e temperanza” e a cui da S. Paolo, la Chiesa ha aggiunto “ Fede, speranza e carità”, come virtù divine dell’uomo, sono ormai solo una guida per una piccola minoranza d’italiani  e europei.  Anche la Chiesa è nell’oblio delle sue radici culturali e del senso della rivelazione di Cristo rivolta alla coscienza della singola persona, non della “società”, concetto filosoficamente inesistente come scriveva Karl Popper. La Chiesa Cattolica  come “ Servizio alla coscienza” e alla verità, come intendeva .Giovanni Paolo II°, è tramontato all’ombra di una guida ambigua spostata verso il pragmatismo sociale  : la “Chiesa fuori” di papa Francesco, idea cattiva maestra soprattutto per gli adolescenti e i giovani, che cercano strumenti interpretativi del loro essere persone, uomini e donne, perché sono chiamati per natura a domandarsi della verità misteriosa del loro essere al mondo, su cui possono costruire autonomia e libertà.  Anzi, la madrina dell’Occidente non promuove più l’individuo ma  da decenni“ il gruppo” , sempre anonimo e soggetto a dinamiche difficilmente controllabili, come ha insegnato  Bion, nella psicoanalisi di gruppo. Il mare è fatto da tante gocce ma ciò che unisce le gocce, non è il fare “gruppo” o “società”, ma un senso costitutivo l’identità individuale e una “societas” –patto d’alleanza e non struttura amorfa-  che nel caso degli uomini corrisponde alla ricerca naturale della verità nell’essere persona, quindi a una natura spirituale libera, una risposta vera o falsa alla domanda di significato del proprio essere, costitutiva dell’identità individuale  e dell’essere per la vita o per la morte. Per i cristiani dovrebbe essere lo Spirito di verità e d’amore, natura di Dio e  nuova natura dell’uomo, dono cruento e sacrificale sulla Croce  del  Signore del tempo e della storia e della sua Resurrezione ad ogni singola persona, fondazione di una “societas” un patto d’alleanza tra l’uomo e Dio: Per i non credenti la “societas” è nel mistero di un senso  del tutto cercato, quindi sempre trascendente, la ricerca di una rivelazione.

Oggi la mancanza di un’identità culturale in Italia ma anche in Europa, si riflette anche nella povertà o nell’assenza di riferimenti filosofici e antropologici negli statuti dei partiti o dei movimenti di governo e nei governi, segno di una tragica vuotezza d’ideologie, d’ideali, d’idee e d’incapacità culturale. Questo ha portato  alla perdita di una meritocrazia politica, fatta di esperienza sul territorio, bandiera degli scomparsi partiti della prima Repubblica,  per cui è possibile che un fattorino , un bottegaio-con rispetto per la qualità del lavoro- o persone di bassissimo profilo culturale, se non morale-vedi i 212 parlamentari a favore della droga libera della precedente legislatura di cui uno è oggi presidente della Camera, un altro ministro e altri in varie camere di bottoni- senza fondamenti ideologici e alcuna esperienza di lavoro politico,  con  ideali grezzi e massimalisti, o solo per opportunismo economico, possa essere candidato e eletto al parlamento comicamente da un click su uno smartphone o  un computer, e poi decidere dei destini di un paese. Questa riduzione della democrazia al massimalismo, all’emozione o agli interessi, al basso profilo umano, sta disegnando un periodo  drammatico della storia del paese i cui risultati si vedono. L’Italia si è dimenticata del rigido “Cursus honorum” dei suoi padri di Roma, da cui è nata la forza interna del governo dell’impero, determinante la storia dell’Occidente e dell’Oriente grazie a Costantino il grande, all’ex governatore e vescovo Ambrogio, e l’imperatore Teodosio, morto a Milano il 19 gennaio del 395. Come dalla parola di Roma: “Res Publica”, bisognerebbe ritornare a un modello rigido di “Cursus”, a costituzione, e di cultura amministrativa della cosa pubblica a partire dal territorio, che in passato caratterizzava le formazioni politiche e da un processo selettivo dei migliori, per storia e successi nella vita di lavoro. Il modello lottizzante dei governi e della cultura era aborrito anche da leader come Giovanni Berlinguer, non certamente figlio ideologico della democrazia parlamentare  ma poi suo sostenitore.

L’identità culturale di una nazione è il terreno su cui può nascere o morire tutto, come insegna la “coltura” dei campi: se il terreno è marcio, è sterile e non nasce nulla, anche se le intenzioni dei seminatori sono buone. Il tutto degradato non permette a un singolo seme di fare frutto . Senza radici l’albero muore e non dà frutto.  In corrispondenza apostatica di fronte alla verità della natura, qualsiasi atto politico e ogni legge trova nel DNA costituzionale la sua identità e questo permette l’unità necessaria per ogni applicazione e informazione “epigenetica” nella legge ma anche nella cultura di un paese. Senza un’identità unificante il senso, politica, economia, medicina e scienze “esatte”, oggi in una drammatica confusione frammentaria, e senza unità antropologica, non possono dare frutti.  La mancanza di un’identità unitaria e di un modello unificante i saperi, si rivolge contro l’uomo , la natura, la sopravvivenza, come  oggi è stato espresso nella mancanza mondiale di una politica preventiva del COVID-19, risultato della non considerazione del significato unitario della medicina nella dignità e libertà dell’essere persona , espressa dal nuovo concetto di salute, di cui le conoscenze e le applicazioni  sono solo strumento. La pandemia, se non altro, ha permesso ai più di riprendere coscienza dei valori che demarcano la vita dalla morte e dell’importanza della verità e dell’amore sacrificale, come valore culturale e esistenziale.

Di fronte a una cultura che produce il suicidio di bambini , a una macchina di morte del più debole , per principio morale nefasto e atti di sterminio comune al nazismo- che almeno non si rivelava negli ospedali- non è possibile pensare al futuro di un paese solo in termini di “ digitale” o di “offerta formativa” o di “debito pubblico ” o di “investimenti infrastrutturali” e di supporti economici europei, MES on MES,  senza alcuna considerazione di un terreno culturale in cui qualsiasi atto di politica pubblica si situa. Solo uomini e donne stolte possono fare finta, anche immerse in un’ignoranza scientifica esplicativa, che questi fatti, frutto di una cultura, possano non essere determinanti per la vita di una nazione. Non c’è da meravigliarsi se il basso profilo etico- culturale diffuso nel paese e espresso  dai leader di governo e politici  ma anche in altri stati,  motivo di cronaca,  possa avere portato alla lesione dei diritti fondamentali dell’uomo e in Italia anche ai “banchi a  rotelle” avvenu con la pandemia.

Vi sono valori più alti e non negoziabili su cui si deve necessariamente ri-costituire l’identità, la dignità e la forza di una cultura e di ogni uomo e donna misteriosamente protagonisti della loro esistenza e di una cultura di cui sono semi o veleno : la conoscenza, la verità, l’amore, la libertà, la vita, l’aiuto nobile al più debole, oppure l’ignoranza , l’ uccisione , l’emarginazione ,l’indifferenza, la vigliaccheria, l’ignavia.

Il paradigma  culturale attuale  dominante è invece “ E vero ciò che è utile all’arbitrio, al potere, alla finanza”. Non è utile invece ciò che è vero perché l’uomo abbia le migliori possibilità per la realizzazione del suo essere persona. Con un “mixer” esplosivo, questo paradigma si è sposato con il “Tutto subito, facile e veloce”, della comunicazione virtuale, fine della cultura artigianale, artistica, agricola,  centrata sul valore sacro della persona , della creatività,  della natura, dell’amore  che ha portato al “Dolce stil novo”, di cui celebriamo quest’anno il massimo esponente e a al Rinascimento, una luce dell’Italia nel mondo, frutto  della filosofia greca, importata a Firenze dalla crisi di Bisanzio, (l’Accademia platonica fondata da Cosimo dei Medici ), della cultura cristiana, e del mecenatismo dei “Signori”. Dalla Vita Nova di Dante , dal Canzoniere del Petrarca all’epidemia dei femminicidi e degli aborti,  alla  perdita diffusa del senso del pudore nelle ragazze , a surrogati matrimoniali di perversi benedetti da una legge stolta e confusiva del pubblico con il privato e a adozioni di bambini concessa a coppie omosessuali,  segni evidenti di degrado culturale e morale del paese e del mondo, insieme alla normalizzazione dell’aborto eugenetico, di stile nazista, all’epidemia del consumo di droga tra i giovani ma anche diffusa tra i parlamentari, all rottura della famiglia , all’assenza di una politica che tuteli la qualità delle cure materne, madre della salute, della sicurezza affettiva, della creatività, omissione gravissima, espressione dell’ignoranza dei governi di ogni colore, che pregiudica il futuro dl paese.

Oggi della civiltà rinascimentale, con la perdita delle radici culturali, la frammentazione dei saperi  in Italia rimane poco o nulla e molti uomini agiscono come se la verità sia un’opinione arbitraria o un sentimento (“Sindrome del Grande fratello”).  Questa disintegrazione del pensiero e dei sentimenti, che ricorda la schizofrenia, insieme all’incapacità di sublimazione delle pulsioni sessuali, è la base della crisi d’identità dell’Occidente, come ha insegnato Herbert Marcuse. In medicina la schizofrenia  è evidente quando in uno stesso ospedale o in Day hospital vi sono medici che lottano per salvare la vita, altri uccidono.

I cinque milioni di volontari  per il bene comune e per i più deboli, che agiscono in silenzio in Italia, le organizzazioni no-profit, rivelano un resistenza culturale al degrado, ma spesso c’è una dicotomia tra maturità etico- affettiva nel privato e  atti motivati da ideali. Questa dicotomia si trova spesso tra competenze lavorative anche ad alti livelli e fallimenti affettivi ed esistenziali. Oggi le famiglie si rompono con facilità anche dopo pochi mesi o molti anni con figli per infatuazioni sessuali e mancanza di senso di responsabilità morale. Nel 2000 le famiglie rotte in Italia erano una su  nove, oggi una su tre. Questa debolezza etica e psicologica nelle relazioni interpersonali, non è solo un fatto privato ma il frutto di una cultura edonistico-materialista che vuol fare a meno della storia della sua civiltà e che elegge l’eccesso, il principio del piacere e del potere e dell’uso della persona, anche di sé stessi,  come strumento, un’idolatria.

Nel lavoro l’Italia,  tuttavia, nonostante il degrado culturale e morale del mondo, grazie all’intelligenza, la buona volontà il coraggio e la forza anarchica delle persone,  è ancora ricca di artigianato, di piccole imprese che cercano il meglio, che producono il 70% del benessere e di genialità straordinarie ma che rischiano con la globalizzazione dei consumi e con la povertà culturale di valori e d’idee  di una dirigenza di governo di basso profilo culturale, di essere travolte. Il lavoro nasce dal valore della persona, dai suoi ideali, dalla creatività, dal coraggio di rischiare, dall’auto-disciplina, da competenze, dal senso di comunità e deve essere incentivato da una cultura del merito.

Per questi motivi l’articolo primo della Costituzione Italiana dovrebbe dare al paese un’anima unitaria fondata sul valore dell’essere persona, alla radice della civiltà , nata dall’incontro della filosofia greca e la cultura cristiana e su una missione culturale. Solo un’identità trascendente, non negoziabile nel mercato mondiale di egemonie finanziarie e politiche globalizzanti, può permettere  di recuperare in senso positivo l’idea di “Nazione”, prima di quella dello stato.  Si tratta di un intervento di chirurgia genetica, finalizzata a introdurre come DNA della civiltà italiana e i valori cristiani, e  il rispetto della vita di ogni persona dal concepimento alla morte naturale, come senso unificante una cultura e per mettere le ali al paese.

Questo permetterà di dare a ogni legge e unire il popolo italiano in un senso antropologico trascendente e ideale nella realizzazione dei valori dell’identità della nazione italiana, segno eterno e riconoscente del significato della presenza di Gesù Cristo nella storia, fondatore di una nuova cultura antropologica, spartiacque del tempo e della cultura,  come anche Hengel e Nietzche hanno scritto ed è impresso nel calendario del mondo intero, dando al paese la missione di illuminarne la storia, come ha già fatto nei secoli.

Il primo articolo, che sposterebbe l’attuale in seconda posizione, tale da permettere una rifondazione del paese sulle sue radici e un messaggio al mondo potrebbe essere:

L’Italia è una Nazione la cui identità è  formata da una  pluralità di antiche culture regionali e comunali,  unite dai valori della cultura cristiana costitutiva nei secoli della dignità sacra, unica ed irripetibile dell’essere persona dal concepimento alla morte naturale e dei rapporti umani,  nella libertà,  nella verità, nell’amore,  nella bellezza,  nella giustizia, nella  pace, nella conoscenza, nel lavoro, nella solidarietà per la vita dei più deboli, nel  rispetto delle leggi della natura. L’Italia promuove la civiltà cristiana nei rapporti internazionali.  La sovranità nazionale appartiene ai cittadini italiani che la esercitano nelle forme e nei limiti della Costituzione”

Non vi potrà essere alcuna “ripartenza” del paese senza una riformulazione chiara delle nostre radici e della nostra identità, cioè del senso della nostra cultura, madre della civiltà, che potrà essere luce per le generazioni future e anche per l’Europa, per tutto l’Occidente e il mondo intero. La rifondazione della cultura sull’essere persona- è necessario leggere l’omonimo libro di Josef Seifert e “ Persona e atto” di Karol Woytila e il mio “ Per una politica centrata sulla persona” per comprenderne le ragioni filosofiche e antropologiche- è dunque anche una missione universale che va oltre i confini e ripropone la centralità dell’idea e della qualità dell’essere persona per il futuro del mondo. La dignità della persona fondata sulla natura divina del suo essere è infatti senza bandiera, e solo questa può proporre il senso di una fraternità universale, senza cui anche una neo-cultura messianica di tendenza apostatica, antropo-socialista, ispirata dagli ideali giacobini “ Libertà, eguaglianza, fraternità”, può avere frutto, ma non “tutto fa brodo”, esiste il veleno mortale anche se l’apparenza inganna.

Un albero non può crescere o dare frutto senza radici e queste per l’Italia si trovano nella  cultura cristiana, da cui  tutti siamo uniti, come è rappresentato dal 90-95% dei battezzati.

Una nave senza una carta nautica corretta, un comandante ignorante e incompetente incapace di definire una rotta e che non abbia capacità di tracciarla,  senza un equipaggio  consapevole di questa e del suo significato per la sua vita e partecipe,  sano di valori e di mente , preparato e motivato,  può solo affondare alla prima tempesta.

L’Italia e l’Europa senza radici sono condannate a morte, come è espresso dalla profezia  metaforica di Cristo: “ un cieco che guida un cieco cade nel pozzo”.

Sono certo inoltre che questa riforma costituzionale sia sponsorizzata da Dio, anche per il suo impatto culturale in Europa e nel mondo. In caso di sua realizzazione, sono certo che Dio “ grazia e verità per mezzo di Gesù Cristo”, riempirà di doni l’Italia, anche con la scomparsa del COVID-19, il cui significato dirompente per il mondo intero non può certamente essere ridotto solo all’espressione di un fenomeno naturale gestito da incompetenti.

 

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